Nella mia prima attività, Imprendimamma, mi rivolgevo soltanto alle donne con figli piccoli, per quel senso di sorellanza che solo le neomamme o le mamme lavoratrici troppo incasinate possono capire, per quel senso di solitudine ed inadeguatezza che le confonde e a cui volevo dire no. Volevo prendere ogni mamma lavoratrice che non si sentiva abbastanza e dirle: tu sì che sei abbastanza, ti fai già un mazzo tanto, stai già dando il meglio di te! Ma forse non mi avrebbe creduto. Forse avrebbe pensato che tutto quello che stava facendo lo doveva fare, che la ruota del criceto doveva andare avanti e non aveva scelta. E così col mio progetto ho portato una ventata di ottimismo e speranza, oltre ad una dose massiccia di semplificazione per vivere meglio.
Poi però parlare solo alle mamme ha cominciato ad andarmi stretto, già non mi rivolgevo più soltanto ad un pubblico di donne con figli in età prescolare, ma parlavo alle donne ambiziose, donne incerte e splendide, donne in trasformazione con un vulcano dentro che non sa se far danni o no. Donne disposte a rimettersi in gioco. Non parlavo di biberon, né allattamento, né pannolini, pappe, spannolinamento, vaccini ecc ecc. Parlavo di realizzazione personale, di ricercare i propri spazi e la propria identità anche nel marasma della confusione in casa, del poco sostegno ricevuto e del tanto lavoro elargito. Non parlavo strettamente di nessun argomento mammesco, non facevo parental coaching se non marginalmente quindi un bel giorno ho preso la mia decisione.
Ho tolto la parola mamma dal mio lavoro, dal mio sito, dalla mia comunicazione. Ho iniziato un nuovo sito, un nuovo progetto che mi rispecchia e mi è molto più congeniale, che esalta le mie qualità e che mi dà molte più soddisfazioni. Ma oggi una cosa la voglio dire.
Adoro lavorare con le mamme e oggi ti spiego perché.
- Hanno poco tempo, e quello che hanno lo sfruttano sapientemente. Non hanno tempo di cazzeggiare, non possono star lì a fare chiacchiere vuote, ma massimizzano quanto più possibile, sfruttano gli spostamenti, le ore in macchina, i tempi morti mentre sono in sala d’attesa o in fila.
- Conoscono meglio di chiunque altro il concetto di priorità e gestione delle urgenze.
- Sentono che mettersi in discussione in un determinato momento della vita, quando sentono quel fuoco interiore che arde, è cosa buona e giusta. E cercano di fare pace coi sensi di colpa.
- Hanno capito che migliorare il loro rapporto con se stesse è la chiave per migliorare i rapporti in famiglia, coi loro uomini, coi loro bambini.
- Ma soprattutto sono permeate da quel senso di missione nella vita, sanno che in fondo tutto è connesso, che nulla accade per caso, credono in un fine ultimo che unisce le nostre esistenze. Credono in qualcosa di più grande di loro.
- Hanno un motivo grande così per cambiare il mondo, per essere migliori, per lasciare un impatto positivo in questa società.
Domani è la festa della mamma e la dedico a loro, che sono sempre nel mio cuore e che hanno capito che possono cambiare il mondo, basta iniziare da se stesse. Auguri a tutte noi mamme!